La Pieve di San Cassiano di Controne (Santo Stefano dei Bargi) viene menzionata per la prima volta in un documento dell’844. Questa non era la chiesa principale della Controneria che era, invece, quella della Pieve di Santa Giulia, che la quale oggi si trova nell’area cimiteriale della Pieve di Monti di Villa.
La stessa Chiesa di Santo Stefano dipese peraltro dalla Pieve di Santa Giulia finché le funzioni battesimali, come attesta un documento del 913, furono trasferite proprio a Santo Stefano sita in loco et finibus Bargi.
E’ interessante interrogarsi sulla necessità di questo spostamento, la cui causa sembra doversi attribuire all’esigenza di porre la pieve in una posizione sicura e protetta da eventuali assalti e quindi, per tale motivo, “inserirla” all’interno o in prossimità della fortezza, in quanto luogo di resistenza e rifugio. Questa fu una scelta strategica probabilmente dettata dall’esodo di massari e manenti e dal conseguente spopolamento del territorio avvenuto dopo l’invasione degli Ungari, evento che segnò in maniera drammatica l’Italia centro-settentrionale, non risparmiando il territorio della diocesi di Lucca.
Questo spiegherebbe l’uso del termine Bargi, dal latino burgus, burgi, castello.
Prende quindi valore l’ipotesi di Carlo Giambastiani secondo il quale Santo Stefano era in origine la cappella del castello bizantino, poi usato dai longobardi.
Bibliografia:
F. Nicoli, Controne: la Pieve, il Castello, Lucca 2016.