Il pavimento

All’interno della chiesa, pur non del tutto visibile a causa delle panche e della scarsa luce, troviamo un bellissimo pavimento a opus alexandrinum. Gli studi hanno evidenziato come il pavimento della chiesa di San Cassiano costituisca una versione semplificata di questa tipologia decorativa caratterizzata da grandi rotae e dalla figura del quadrato, includente un quadrifoglio inserito in un altro quadrato, divenuti i segni connotativi della linea decorativa convenzionalmente denominata “cosmatesca”. I pavimenti cosmateschi si svilupparono prima nel Lazio, i cui primi esempi risalgono al XII secolo, per poi diffondersi nell’Italia centrale e meridionale.

Il nostro lastricato, attribuito al XII secolo, presenta due piani pavimentali: uno originario, che dalla facciata si estende fino all’altezza delle ultime due colonne e l’altro, rialzato, che dalle ultime due colonne arriva fino al lato estremo dell’abside. Il pavimento è diviso longitudinalmente in tre zone abbastanza ben conservate. Partendo dall’ingresso, dopo due fasce di colore bianco e nero, ci imbattiamo in un quadrato costituito da piccoli quadratini bianchi e rossi disposti a scacchiera. A questo segue un’altra figura costituita dal parziale intersecarsi di nove cerchi con lo stesso raggio che danno origine ad un cerchio centrale e a molteplici losanghe. Altra figura degna di nota è quella davanti al pilastro del pulpito costituita da un quadrato nero che include una grande rota con duplice banda decorata da piccoli elementi triangolari, diversamente orientati. I colori e le diverse forme geometriche, circolari e quadrate, sono gli elementi indispensabili di un linguaggio simbolico che parla all’uomo del Medioevo e di cui noi oggi abbiamo perso il significato.

Bibliografia:

P. Mucci Colò, La chiesa di San Cassiano di Controne nel territorio lucchese, Firenze 2004, pp. 103-110.