video-IL FRAMMENTO

La prima importante caratteristica dell’opera è che si tratta di un frammento: manca infatti quasi del tutto delle zampe.

Perché è importante che sia un frammento?

La comprensione visiva: le poche isole di colore presenti, come il rosso del mantello e l’azzurro della veste, scandivano in passato l’articolarsi tridimensionale della statua. E’ la testimonianza che le competenze nelle diverse arti (pittura e scultura in questo caso) al tempo non erano distinte come lo sono adesso.

L’iconografia: anche se frammentari, gli arti del cavaliere non sono per niente simmetrici, come dovrebbero essere invece se egli stesse tirando le briglie del cavallo. Inoltre, il suo sguardo è rivolto a lato: questo ci porta inevitabilmente al problema dell’identificazione.

Chi è il santo raffigurato?

Sono state formulate varie ipotesi, scopriamole.

San Cassiano, che da il nome alla chiesa. Egli era un professore, che fu martirizzato dai suoi alunni. Ma non ha senso collocarlo a cavallo, non fa parte della sua storia.

Sant’ Ansano. Anche lui è sempre raffigurato a piedi, con la gestualità delle mani sempre accentrata vicino al suo cuore.

San Giorgio. Egli viene spesso raffigurato a cavallo, ma solitamente nell’atto di combattere un drago. In questo caso, invece, il cavallo va a passo da parata, e il cavaliere ha uno sguardo mite.

San Martino. Secondo la sua storia, mentre egli si trovava a cavallo incontrò un povero, e divise il proprio mantello a metà con quest’ultimo. Ecco così spiegati i moncherini del frammento: mentre una mano tendeva il mantello al povero, l’altra calava la spada per tagliarlo.

Il gruppo scultoreo

Trattandosi della storia di San Martino, allora è probabile che la pupilla del Santo sia rivolta all’esterno proprio perché egli guardava la figura del povero, che non è però giunta fino a noi.