Madonna Annunciata
Attribuito a maestranza toscana
Sec. XIV, prima metà
Cm 145x44x33
L’opera, in legno di pioppo, fu resa nota da Carlo Ludovico Ragghianti nel 1908.
Nel 1909 fu proposto alla parrocchia di cedere la scultura al Museo nazionale del Bargello, in cambio di restauri al campanile, ma la comunità rifiutò.
Nel 1918 la scultura venne inviata a Firenze per il restauro.
L’autore dell’Annunciata e dell’Angelo, di cui non conosciamo il nome, e che convenzionalmente viene chiamato “Maestro di San Cassiano”, appare segnato dalla scultura gotica della Francia settentrionale ma principalmente dall’influenza di Giotto. Nell’Annunciata di San Cassiano la gravitas di Giotto e la grazia francese si sposano compiutamente.
L’opera è da vedere perché:
è stata definita il primo esempio toscano sul quale si riflette l’ideale di bellezza del “dolce sorriso” francese.
Questo “sorriso”, tratto distintivo della scultura gotica francese, spesso citato come “sourire de Reims” è un sorriso fugace, che “increspa appena le labbra chiuse”.
Per approfondire:
Curiosità sulla Madonna, la policromia
Bibliografia:
P. Stiberc, Annunciazione, in Scultura lignea. Lucca 1200-1425, catalogo della mostra a cura di C. Baracchini (Lucca, 16 dicembre 1995-30 giugno 1996), Firenze 1995, pp. 46-47.
M. Seidel, La scoperta del sorriso. Vie di diffusione del gotico francese (Italia centrale, 1315-1325), in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 51.2007 (2008), pp. 57-59.